SMART CITY: la città del futuro è già qui

Oggi si sente parlare spesso di “smart city”. Ma cos’è davvero la “città intelligente”?

In occasione della Milano Design Week 2018, abbiamo visto presentati diversi progetti dedicati ai cittadini e al loro modo di abitare la casa e vivere la città in modo “smart”. Un esempio tra tutti è UpTown, il complesso di 9.000 metri quadri già in costruzione a Cascina Merlata e che viene definito emblematicamente “il primo smart district di Milano”. UpTown costituisce l’icona del modello smart city: un distretto cittadino sempre connesso, ecosostenibile e attento ai bisogni dei suoi abitanti.

Che caratteristiche deve avere, quindi, una città per essere “smart”?

UNA DEFINIZIONE

Iniziamo con una definizione: in urbanistica e architettura, la città intelligente è costituita da un insieme di strategie di pianificazione volte a ottimizzare i servizi pubblici. Lo scopo di queste strategie è la creazione di relazioni tra le infrastrutture pubbliche e i cittadini, volte a migliorare la qualità di vita di questi ultimi. Il tutto grazie all’impiego delle più avanzate tecnologie nel campo della mobilità, della tutela dell’ambiente, dell’efficienza energetica e, non ultima, della comunicazione.

Il concetto di “smart city” nasce nel 2009 a Rio de Janeiro, con un progetto a livello mondiale, di cui la stessa città si fa pioniera con le prime prove d’implementazione intelligente delle tecnologie con lo scopo di migliorare la vita dei cittadini.

Progettare e pianificare la trasformazione di una città in una smart city vuol dire realizzare dei sistemi intelligenti (nei diversi settori urbani come mobilità, energia, smaltimento rifiuti, ecc.) in grado di comunicare tra di loro e rendere competitive ed ecosostenibili le infrastrutture cittadine. Perché una città sia considerata davvero smart, non si deve dimenticare anche l’aspetto economico, considerando come le nuove tecnologie ICT possono favorire la competitività locale e favorire la prosperità.

UNO SGUARDO AL FUTURO

L’era delle smart city è già iniziata e ogni innovazione tecnologica che coinvolgerà infrastrutture e cittadini, costituirà un passo verso la realtà urbana del futuro.

Non è più utopico immaginare interi edifici gestiti a distanza; una mobilità intelligente e connessa che consenta agli automobilisti di ottenere informazioni in tempo reale, ad esempio, sui parcheggi liberi, risparmiando così tempo e carburante; cassonetti dell’immondizia in grado di comunicare il livello di riempimento direttamente ai gestori; sistemi di “digestione anaerobica” che riescono a veicolare l’energia prodotta direttamente all’interno del flusso energetico della città; e ancora, un servizio di trasporto pubblico sempre più green e comprensivo di soluzioni con mezzi di trasporto diversi; infine, l’impiego di droni, nel campo della sicurezza e delle consegne.

TANTO ENTUSIASMO, MA ANCHE ALCUNE PAURE (GIUSTIFICATE)

Tuttavia, come ogni previsione, anche quelle futuristiche che sono state sviluppate attorno al concetto di smart city non sono immuni a critiche. Infatti, per alcuni la paura di una “disumanizzazione” delle città a causa della presenza sempre più “ingombrante” delle aziende tech come Amazon, Facebook, Google, rimane forte e inquietante.

In particolare, gli ultimi scandali sul tema della privacy, della sicurezza e della gestione delle informazioni hanno contribuito ad alimentare i timori di chi mette in dubbio l’esigenza di vivere in città costantemente connesse. Vale la pena esporsi alla possibilità che la nostra privacy e i nostri dati sensibili possano essere sfruttati senza il nostro consenso, o che i dispositivi sempre connessi intorno a noi possano essere hackerati, invadendo ancora di più la nostra sfera personale?

Un ulteriore “rischio” da considerare, infine, è che i vantaggi delle “città intelligenti” siano ad appannaggio esclusivo di una élite ristretta, marcando il confine già esistente tra i cittadini che “possono permettersi” un futuro smart e tutti gli altri.

IL FUTURO È GIÀ QUI

Tutte le innovazioni più grandi portano con sé aspetti sia positivi che negativi, per questo il futuro delle smart city interpella sempre più istituzioni, aziende e ciascuno di noi, chiedendo di trovare un equilibrio etico e funzionale veramente umano all’interno delle dinamiche tra infrastrutture, tecnologie digitali e cittadini.